La Storia Moderna di Pescia (PT) - ⊂•⊃ Pesciantica

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La storia di Pescia

Pescia Moderna

La città di Pescia sorge in fondo a una valle, a fare da cerniera tra colline e pianure; coperte quelle di oliveti curati come giardini, aperta questa a meridione verso l´Arno e il mare. Il fiume che l´attraversa porta lo stesso nome Pescia, insieme la unisce e la divide, lasciando a destra e a sinistra due nuclei distinti, col ponte del Duomo che da sempre ne fa un solo centro. La città prese il nome dal fiume, storpiando alla latina una parola longobarda, che appunto voleva dire fiume, e al tempo dei longobardi risalgono le testimonianze più antiche di un abitato. A sinistra del fiume le case circondarono la Pieve ora cattedrale, che costituì il fulcro dello sviluppo urbano; sulla riva opposta, un castello, un mercato e una corte feudale
stimolarono la disposizione delle case in lunge file parallele alla corrente. Un documento la rammenta nell´anno 742, la Pieve è ricordata nell´anno 951 e un documento più significativo del 1084 cita Pescia per un atto rogato in quell´anno. Pescia fu città nel tredicesimo secolo, inserita saldamente nell´area d´influenza di Lucca. Gravemente danneggiata nel 1281 dal potente vicino, cui intendeva ribellarsi, si legò a Firenze nel 1339, dopo che fu chiaro il successo dell´espansione fiorentina in Valdinievole. Firenze fu sempre grata alla fedeltà dei pesciatini e li ricompensò favorendo in ogni modo il loro sviluppo. Pescia deve a Leone X, Papa della famiglia dei Medici, l´erezione della sua Pieve nel 1519 in Prepositura, finalmente autonoma nei confronti dei Vescovi lucchesi; deve sempre ai Medici l´impulso iniziale a uno sviluppo economico straordinario, iniziato nel corso del sedicesimo secolo e protrattosi in pratica fino al diciannovesimo, fondato sullo sfruttamento delle risorse agricole, integrato con l´impiego dell´altra straordinaria risorsa costituita dal fiume e dalle sue acque. Sorsero prima setifici e cartiere, poi concerie e ferriere, insieme a mulini e frantoi, tutti mossi dall´energia dell´acqua in caduta: un acqua leggera e purissima, che garantiva alle industrie la bontà del prodotto. Città ricca, Pescia pretese allora ed ottenne nel1699 il titolo di "Città", nel 1726 il passaggio a Diocesi. La prosperità di Pescia "industriale" durò sino all´unità d´Italia. Allora iniziò un lento declino, dovuto al cambiamento dei mercati ed alla concorrenza delle industrie straniere. Pescia reagì allora tornando alle sue origini agricole: le colture specializzate furono la salvezza, prima la vite e l´olivo, poi il fiore ed ora anche le piante. L´olivo è l´elemento che di essa anzitutto colpisce; il suo argento scende dalle vette dei colli ed entra fino dentro i giardini delle case, a testimonianza dello stretto legame fra campagna e città. Oggi agli olivi si accompagnano le serre dei fiori e delle piante, una fonte della moderna economia cittadina, che appaiono più giù verso il piano, spesso incastonate fra le case.
Pescia fonda la sua economia sui vivai di olivi, di agrumi, di piante da appartamento e sulla produzione dei fiori recisi. Inoltre, con le attrattive del Parco di Pinocchio, Lo Storico Giardino Garzoni, la Butterfly House e l´antico borgo di Collodi, Pescia e la Valeriana, sono inserite nei circuiti del turismo internazionale.
Pescia, è anche uno dei poli scolastici più importanti della provincia di Pistoia.
Per concludere,è doveroso ricordare che la città di Pescia ha dato i Natali a molti personaggi noti quali Lazzaro Papi (scrittore, storico e medico italiano), nato a Pontito; Ferdinando Innocenti (imprenditore italiano, fondatore della casa automobilistica Innocenti e creatore della Lambretta e dei tubi innocenti); Mariano di Graziadei (pittore del ´500 allievo di Raffaello; Innocenzo Ansaldi (storico e pittore del ´700); Libero Andreotti (scultore di fama internazionale); Pietro Forti (vescovo, nipote dell´illustre scrittore ed economista ginevrino Jean Charles Leonard Simonde de Sismondi); Francesco Forti (economista, giurista e magistrato del Granducato di Toscana, nipote dello storico Sismondi); Marchi (è stato uno studioso di contabilità e ragioneria, riformatore del sistema della partita doppia).

tratto da Paliodipescia.it

 
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